Africa sub-sahariana, una zona pericolosa per i neonati

19012013823-002“La situazione delle madri nel mondo”, è il titolo del rapporto della ONG Save the Children rilasciato  Martedì, 7 maggio.  In questo lavoro, l’Africa sub-sahariana  è definita come la più pericolosa per i neonati. E il  Senegal occupa il 216° posto allineato dietro Capo Verde. Il primo posto è occupato dai paesi europei come la Finlandia e la Svezia.

L’organizzazione non governativa (ONG), Save the Children ha rilasciato, il 7 maggio, il suo rapporto annuale a Dakar, dal titolo “La situazione delle madri nel mondo,” questo studio è stato effettuato su 176 paesi in tutto il mondo. Il direttore regionale della Ong, Natasha Quist, informa che “Lo scopo dello studio è quello di valutare il benessere delle madri e dei bambini nel mondo.” L’Africa sub-sahariana è all’ultimo posto in questa pubblicazione. E’ in questa parte del continente africano che vengono registrati i più alti tassi di decessi dei neonati, secondo il rapporto presentato alla riunione. I dieci paesi che sono in fondo alla scala di questo studio fanno parte tutti del ​​continente sudafricano. Questi paesi sono considerati nel rapporto i più pericolosi per i neonati.Il tasso di mortalità dei neonati è maggiore rispetto al resto del mondo. Questi Stati sono rispettivamente al 167 ° e al 176° posto, e  sono precisamente: la Costa d’Avorio, il Ciad, la Nigeria, il Gambia, la Repubblica Centrafricana, il Niger, il Mali, Sierra Leone, la Somalia e la Repubblica Democratica del Congo che chiude il gruppo al 176° posto. Secondo l’opinione del Direttore Regionale Save the Children, “1 donna su 30 muore per cause legate alla gravidanza e 1 bambino su 7 muore  in media prima dei 5 anni in questi dieci paesi”.  Il Senegal è stato classificato al 126°  posto, alle spalle di Capo Verde (81°) e le Isole Mauritius (62°).                  00240804-e5e2f47b16e419522fe5e86a11d53543-arc614x376-w290-us1

Cause di elevata mortalità neonatale

In questi casi, la causa di questo “baby crash” nei suddetti paesi, secondo  Christophe Hodder, responsabile sanitario regionale, dell’Africa occidentale e centrale e Save the Children tra le altre cose, dipende dalla salute materna, dal matrimonio precoce, dai bassi tassi di uso di contraccettivi e dalla malasanità che sono in molti di questi paesi un fattore esplicativo in questa situazione. Rimanendo sullo stesso tema, il suo collega Roland Kone responsabile del programma punta il dito, sui conflitti ciclici che affrontano la maggior parte dei paesi africani dove il tasso di mortalità infantile rimane alto. Secondo lui, “In paesi come la Repubblica Democratica del Congo, i molti conflitti armati e i ripetuti colpi di Stato osservati negli ultimi anni in questo paese rendono quasi impossibile lo sviluppo delle infrastrutture sanitarie.”

Consigli per ridurre i deficit entro il 2015

L’ONG Save the Children ha anche fatto una serie di raccomandazioni in questa pubblicazione. E Natasha Quist cita: “Chiediamo ai leader di investire in soluzioni a basso costo in grado di ridurre significativamente la mortalità infantile”. La buona salute, l’allattamento al seno esclusivo, il contatto pelle a pelle sono tra le alternative che il direttore regionale ritiene possono essere una soluzione economica per invertire questa tendenza. L’altro mezzo di controllo suggerito da questo rapporto è il rafforzamento dei sistemi sanitari di qualità, che Natasha Quist considera un lusso per molti di questi paesi. E’ significativo che i primi dieci paesi nei quali c’è il più basso tasso di mortalità infantile sono tutti nell’emisfero settentrionale, e la Finlandia e la Svezia sono in testa alla classifica. Source: http://fr.allafrica.com/stories/201305081158.html (Foto Unicef)